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Il popolo dei ruscelli

D'estate poco più che rivoli d'acqua, d'inverno abili scultori che scavano e limano forme di ghiaccio di spettacolare bellezza e che formano cascate ghiacciate amate dagli scalatori: sono i ruscelli dell'Appennino.

Questi ambienti sono biotopi d'acqua dolce caratterizzati da forte corrente, produzione primaria quasi nulla, forti cambiamenti stagionali e comunità biologiche con adattamenti assai peculiari.

Cascata di un tipico torrente appenninico a terrazze. Rio Bucamante (MO)

Durante la primavera e l'estate, con il permesso del Parco del Frignano, ho potuto esplorare e fotografare alcuni di questi ambienti, in modo particolare i ruscelli immissari ed emissari del lago Santo Modenese, nell'alto Appennino Modenese.

Gli animali e le piante che vivono in questi ambienti sono perfettamente adattati alla corrente: alcuni insetti hanno il corpo appiattito e vivono sotto i sassi per non essere trasportati dala corrente, altri ancora si ancorano con la parte posteriore dell'addome ai sassi e filtrano i nutrienti trasportati dalla corrente, altri ancora si sono adattati a vivere nel substrato di ghiaia e fango. I Tricotteri adottano una strategia del tutto singolare: rivestono il proprio corpo con un astuccio che costruiscono unendo con la saliva piccoli detriti che trovano nei dintorni. É possibile quindi osservare come in base al substrato cambi il materiale dell'astuccio: ghiaia, legno, foglie; famoso l'esperimento in cui un tricottero fu posto in un acquario con piccoli pezzi di foglia d'oro e costruì un astuccio "extra lusso".

Larva di Efemerottero

Nelle pozze dei ruscelli si possono scorgere anche le loro "impronte"

Tracce lascite dai Tricotteri, a sinistra un Tricottero

Ma i ruscelli appenninici non sono popolati solo da insetti, anche altri invertebrati trovano il loro posto.

Le pozze formate dai torrenti, nelle zone dove l'acqua rallenta la propria forza e diventa più profonda sono delle esplosioni di vita, con numerosissimi animali che vi risiedono. Tra questi uno dei più appariscenti è il gambero d'acqua dolce, Austropotamobius pallipes, a rischio di estinzione a causa dell'inquinamento delle acque e della diffusione di un fungo che ne decima le popolazioni (Aphanomyces astaci). Questa specie richiede ruscelli con acqua priva di inquinanti, fresca tutto l'anno (non tollera temperature superiori a 25°C) e preferenzialmente calcarea.

Questo esemplare adulto era nascosto tra i depositi di foglie in una pozza all'inizio della primavera.

Austropotamobius pallipes Lereboullet, 1858

Anche i molluschi non mascano. In modo particolare numerosi sono i gasteropodi che, ancorati alle rocce, svolgono la funzione di "brucatori" dei torrenti.

In inverno si sa, i ruscelli di montagna non sembrano luoghi molto ospitali, ma quando è il momento un evento particolare segna prepotentemente l'inizio della primavera: nelle pozze dei ruscelli che dalle montagne scendono verso gli anfiteatri morenici e le valli d'alta quota si raccoglie l'acqua formatasi dallo scioglimento delle nevi e dei ghiacci, e qui in un'acqua gelida (ve lo possono assicurare le mie mani!) compaiono delle masserelle biancastre che stanno sospese.

Ovature di rana temporaria

Le protagoniste di questo sono le rane temporarie, che depongono appena dopo il disgelo le loro uova, quando ancora i pendii sono semi coperti di neve e le pietraie sono rinchiuse nella morsa del gelo.

In alcune zone dell'Appennino Settentrionale si riuniscono a migliaia in una sola pozza e coprono di uova l'acqua, accoppiandosi e muovendosi in tutte le direzioni. Deve essere uno spettacolo, prima o poi piacerebbe anche a me assistervi.

Rana temporaria sul fondo di una pozza

Tutti questi animali nonostante vivano in un ambiente difficile, con forti variazioni stagionali, in cui d'inverno le temperature si avvicinano allo 0 e con correnti fortissime sono estremamente vulnerabili. L'inquinamento delle acque, la captazione idrica, lo sfruttamento di alcuni ruscelli e torrenti nella pesca di frodo, il riscaldamento globale e le specie aliene invasive stanno minacciando seriamente molti di questi animali. Austropotamobius pallipes è ormai relegato a pochi tratti di torrenti montani o submontani che ancora mantengono una temperatura bassa durante l'estate e che non sono inquinati. É ormai scomparso dai torrenti della bassa collina e del'alta pianura doce una volta era presente a causa dell'inquinamento e riscaldamento delle acque, inoltre in pianura è stato rimpiazzato dal gambero alloctono Procambarus clarkii. Come se non bastasse questa specie ha portato un fungo (Aphanomyces astaci) che attacca le parti più morbide della cuticola decimando le popolazioni.

Gli anfibi sono sempre più in pericolo per la scomparsa di pozze idonee alla riproduzione e per la diffusione di patogeni aggressivi.

Anche gli insetti, a cui spesso non si pensa, sono minacciati: alcune specie sono in forte diminuzione a causa dell'inserimento dei bacini di pesca di trote non autoctone e di altri pesci aggressivi, che mangiano larve e adulti.

Spero che questo articolo vi sia piaciuto e che abbia contribuito a sensibilizzare altri fotografi e naturalisti sulla conservazione dei torrenti appenninici, alla prossima!

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